Di proprietà privata, si trova sulla strada di campagna che da Castello porta a Cavalese. Secondo le fonti storiche il luogo venne scelto fin dall’epoca medievale per le esecuzioni delle sentenze capitali e per l’esposizione degli impiccati condannati nella giurisdizione autonoma del Comitato di Castello e, fino al 1476, anche della giurisdizione vescovile.

E’ probabile che la pietà popolare abbia appositamente costruito l’edicola votiva e che quindi la sua origine sia del tutto differente rispetto a quella di altre analoghe costruzioni perlopiù edificate per ragioni di culto e di devozione.

In origine il manufatto era costituito dal tabernacolo con sommità arrotondata, circondato da un recinto rettangolare con pilastri angolari intonacati che reggevano una tettoia.  

La copertura, un tempo in scandole di legno, fu sostituita nel corso del XIX secolo da tegole in cotto a coda di castoro smaltate a vivaci colori.

Il capitello è stato ricostruito nel 1995 dal Gruppo Alpini di Castello di Fiemme.  


Fonte: Provincia Autonoma di Trento Servizio Beni Culturali Beni Architettonici in valle di Fiemme ed. 2003, p. 80. 

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