Il Doss Zelor si trova a est dell’abitato di Castello. E’circondato da numerosi dossi porfirici modellati durante l’ultimo periodo glaciale. Doss Zelòr sorge sulla cima di un dosso ben difeso, oggi in parte ridotto a pascolo, il quale venne frequentato in epoca protostorica per le sue caratteristiche di “castelliere“. L’eponimo del paese fa riferimento ad un castello, infatti, alcune fonti documentarie del tardo XII e primi decenni del XIV secolo, fanno riferimento al castrum Flemis.

All’inizio del Novecento vennero alla luce casualmente nella zona di Doss Zelòr oggetti d’interesse archeologico (tra i quali un peso da telaio di pietra, vari frammenti fittili e alcune monete). Questi significativi rinvenimenti riportarono alla memoria degli abitanti, un’antica leggenda, che narrava la presenza di un antico villaggio, il quale, a causa di una pestilenza, sarebbe stato abbandonato e in seguito incendiato, causando il trasferimento degli abitanti nell’attuale zona di Castello.

Quest’antica leggenda popolare di un antico villaggio, venne tramandata di generazione in generazione, costituendo una testimonianza orale giunta sino a noi. In seguito alle indagini archeologiche quest’antico villaggio, si è poi rivelato essere un insediamento romano alpino di due mila anni fa.

L’antica leggenda e il rinvenimento sporadico di reperti nella zona, sollecitarono la curiosità, portando alla decisione di indagare l’area del Doss Zelòr tra il 1948 e il 1986. Le campagne di scavo furono condotte dal professor Pietro Leonardi, in collaborazione con la Soprintendenza alle Antichità delle Venezie, Istituto di Paleontologia dell’Università di Ferrara e successivamente anche dalla Soprintendenza per il Veneto e dalla Soprintendenza per i beni culturali-Ufficio beni archeologici della Provincia Autonoma di Trento.1 

E’ un’area doppiamente protetta, sia come Area Archeologica che come area Naturale entrambe di grande pregio.

Nel 1992 l’Unione Europea promulga una delle sue più importanti, urgenti ed efficienti Direttive, la nr. 92/43/CEE per la Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, che tutti conoscono come Direttiva Habitat. In applicazione di questa Direttiva, nel 1995, un’area naturale che comprende il Doss Zelor fu proposta come SIC-Sito di importanza Comunitaria e dichiarata poi, nel 2014, ZSC-Zona Speciale di Conservazione dell’Unione Europea. Fa parte della Rete Europea Natura 2000.

Nel corso degli anni dal 2015 al 2017, è stato allestito il percorso Finestre nel tempo progettato da Stefano Cavagna e Sonia Cian con la collaborazione del dott. Enrico Cavada, già Funzionario dell’Ufficio Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Trento. Il percorso ad anello è una sorta di sentiero attrezzato, lungo il quale incontriamo delle finestre nel tempo messe in evidenza con un arredo culturale, cioè un allestimento permanente che, con il linguaggio dell’arte, ci mostra l’intervallo temporale su cui la finestra si apre, e ci invita a osservare e vedere2

Il cammino non presenta alcuna difficoltà tecnica, solo alcuni brevi tratti in discesa e in lieve salita. Il suo sviluppo complessivo è di poco inferiore a 2 km e il tempo necessario per percorrerlo è di circa un’ora. Servono solo calzature idonee, un po’ d’acqua da bere e tanta curiosità.

La guida al percorso ad anello è pubblicata dal Comune di Castello-Molina di Fiemme in lingua italiana e inglese ed è disponibile presso il Comune oppure presso la biblioteca dell’APS La Bifora a Castello di FIemme. 


1 Fonte: Provincia Autonoma di Trento: http://www.archeotrentino.it/sito-doss-zelor/
2 Fonte: Finestre nel tempo al Doss Zelor di Stefano Cavagna e Sonia Cian. Guida al percorso. Ed. Comune di Castello-Molina di Fiemme – 2017. 

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