Nel mezzo della zona denominata negli antichi documenti “La campagna di Castello”, è presente una piccola costruzione quasi tutta in legno, con tetto a capanna ricoperto di tegole. Esternamente è ombreggiata ad est da un frondoso acero e, ad ovest, da una piccola fontana. La localizzazione precisa si trova in prossimità della strada verso i campi “de la Massa” e quella che porta verso le località “la Val, Taio e Cògol”; è prospiciente la strada provinciale 31 del passo Manghen. Su di un pilone di sostegno del tetto si può leggere una piccola scritta che ricorda il luogo della morte improvvisa di un agricoltore, Paolo Corradini, deceduto nell’anno 1937. 

L’orientamento della costruzione è nord/sud. Il pavimento è formato da un acciottolato di posa recente. 

La semplicità del posto ha, al suo interno, come immoto protagonista, una colonna portante un capitello strombato alla base e terminante in alto con forma a capanna. Il basamento di cemento è stato applicato alcuni anni fa per dare stabilità all’antico manufatto. Un unico blocco, dell’altezza di circa cm. 20, forma lo zoccolo originario. Da questo si erge una colonna formata da quattro file di pietre ben squadrate, larghe cm. 50×50, alta nel complesso circa cm. 130. La costruzione si completa con il capitello vero e proprio. Questo è alto cm. 110 e largo cm. 65. L’interno è formato da una nicchia profonda cm. 30, larga cm. 40 e alta cm. 55, dove è riposta un’effige della Madonna. 

Anticamente l’immagine era certamente ad affresco e forse rappresentava la Madonna dell’Aiuto. Sulla sommità si notano evidenti tracce dei colori originali che probabilmente rivestivano tutto il capitello. Sul lato della colonna, verso sera, si legge chiaramente incisa la data 1469. 

Tutta la struttura è in pietra arenaria (sas molegno) e le superfici esterne sono leggermente smangiate dal tempo, pur conservando per intero le forme originali. 

Nel complesso, si tratta di un manufatto in stile romanico semplice, ma siamo di fronte ad un monumento elegante e ben lavorato, tipico di altri Bildstocke distribuiti qua e là nell’ambiente tirolese. 

Il Capitèl è rimasto per secoli segno e volontà di mettere sotto la protezione della Madonna la campagna ed il lavoro della gente di Castello. In questa zona vi hanno sperato e lavorato intere generazioni di nostri antenati affrontando buone e cattive stagioni. Oltre a rappresentare e contenere un amato segno di fede, rappresentò per la gente dei campi anche un rifugio in caso di pioggia battente ed improvvisi temporali. 

Il nome “Ancona” può derivare dalla voce “icona”, che significa immagine sacra, ma può anche ricordare l’antichissimo tempo della bonifica del territorio (da collocare forse intorno al decimo-undicesimo secolo), quando le particelle di terreno ridotte a coltura venivano chiamate “ancone”. 

L’orientamento nord-sud dell’intera costruzione discorda con la posizione del suo capitello interno. Questo è girato di 15/20 gradi verso est, cioè verso Castello ed appare leggermente inalberato. Il motivo di tale diverso orientamento veniva scherzosamente spiegato agli anziani, facendo riferimento ad un avvenimento “politico” degli anni 1912-13. In quel tempo, tra Castello e Molina infuriarono aspre polemiche sul diritto alla sede della “Canzelarìa” del Comune, da sempre collocata e riconosciuta a Castello capoluogo. I Molinari, con quelli di Predaia, erano però diventati maggioranza: così pretesero ed ottennero anche dalle autorità politiche tirolesi del tempo, che la sede diventasse Molina (dove rimase fino agli anni 1920/21). I documenti della cancelleria comunale furono caricati su di un carro e trasportati nella nuova sede. Quando il “car de le carte” del Comune passò davanti al “Capitel de l’Ancona”, la Madonna, per risentimento del torto, si girò in dentro verso Castello e così è rimasta fino ai nostri giorni. 

Pur piccolo, questo edificio immerso nel verde dei prati e nell’azzurro del cielo, rappresenta un importante elemento del paesaggio rurale ed alimenta sempre il ricordo della alacre attività dei nostri padri. 


Fonte: Tarcisio Corradini – Notiziario La Comunità di Fiemme settembre 2009 nr. 2. 

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