10. Chiesa di San Giorgio

Eretta tra il 1850 e il 1856, è stata consacrata il 4 agosto 1864. Posta sul colle, in splendida posizione panoramica dominante l’abitato sottostante e da dove si può ammirare la vallata dell’Avisio e le maestose foreste della Val Cadino verso il Passo Manghen, fu costruita sui resti di due edifici che formavano l’antico castello (da cui prende il nome il paese) appartenuto ai Conti del Tirolo, i quali esercitavano il potere politico sul villaggio di Castello. Occupato e dato alle fiamme nel 1296 dalla popolazione, i valligiani ottennero la promessa che non sarebbero più stati costruiti fortilizi e fu definitivamente abbattuto nel 1310. 

L’ingresso principale della chiesa è costituito da un portale – realizzato da Tita Pederiva – che rappresenta in altorilievo sui due battenti San Giorgio e Santa Lucia, patroni del paese. 

L’interno è a tre navate, suddivise da quattro colonne quadrangolari. La navata centrale è sovrastata da una grande cupola semisferica dipinta a tempera con la rappresentazione della Beata Vergine del Rosario attorniata da angeli e, ai suoi piedi, si inginocchiano San Domenico, Santa Caterina da Siena e Santa Lucia. E’ opera del pittore F.Giustiniani di Roma, eseguita nel 1925. 

Al termine della navata, oltre i quattro scalini, si apre il presbiterio con l’altar maggiore. La cupola è anch’essa affrescata a tempera sempre dal pittore F. Giustiniani, e rappresenta la gloria di S. Giorgio che uccide il drago.

Sopra l’altare, in una splendida cornice, troneggia il martirio di S.Giorgio opera eseguita da Carlo Vanzo di Cavalese copiando egregiamente l’ originale di Pietro Calliari detto il Veronese (Verona 1528 – Venezia 1588). Sempre di Carlo Vanzo sono i 14 quadri della Via Crucis, databili al 1879, che ornano le pareti laterali della chiesa. 

Nel presbiterio, a destra, si apre la porta che va alla sacrestia, sopra cui è esposta l’ Ultima Cena dipinta da Antonio Vincenzi di Cavalese. Inizialmente di forma rettangolare, la tela fu successivamente ridotta nelle dimensioni per ottenere una forma a mezza luna quando, nel 1880 si decise di ornare le pareti con altre cinque tele della stessa forma e dimensione.

Una di queste rappresenta la Cena di Emmaus dipinta da Diodato Massimo (Badia Polesine 1846 – Bolzano 1914). Dello stesso pittore sono le tre mezzelune che ornano in alto le pareti delle navate laterali: a destra Gesù con Marta e Maria; a sinistra Gesù incontra gli Scribi ed i Farisei, Gesù e la Samaritana al pozzo. Di autore ignoto è invece la tela con Mosè e la caduta della manna

Gli altari laterali sono in muratura rivestita di marmi policromi. 

Quello a destra è sovrastato da una bellissima raffigurazione della Gloria di S.Lucia. Ai piedi della Santa è rappresentata dal vero la vecchia chiesa di S. Giorgio (ora Cappella di Lourdes). Non è documentato l’autore dell’opera, ma sicuramente attribuibile a pittore della “Scuola pittorica di Fiemme”. 

L’altare di sinistra è dedicato alla Madonna del Rosario. Sopra di esso si trova la pala di ignoto pittore fiemmese del 1700. Raffigura la scena della Madonna col Bambino che porge la corona del rosario a San Domenico che sta di fronte a Santa Caterina.  

In primo piano S. Antonio l’Eremita, patrono degli animali domestici, ritratto assieme al porcellino che umile riposa ai suoi piedi. 

Sulla facciata della navata destra troneggia un San Giorgio vestito di corazza seicentesca, il quale riceve da Cristo la palma del martirio. E’ una pittura ad olio su tela di scuola fiemmese del 1700 e proviene dall’altar maggiore della chiesa vecchia. 

Sulla controfacciata della navata sinistra si può ammirare una splendida Ultima Cena del pittore Antonio Longo (Varena 1742 – 1820) 

L’antica Chiesa di S. Giorgio (ora Cappella di Lourdes)

La cappella esisteva da tempi remoti nelle vicinanze del castello a servizio del paese. Fu consacrata nell’anno 1216 dal vescovo Federico Wanga dedicandola a S. Giorgio.  

La demolizione del fortilizio non interessò la chiesetta. 

All’esterno, sulla parete nord, si trova un affresco che rappresenta S. Cristoforo dietro al quale è rappresentata la chiesetta. L’affresco è attribuito alla scuola di Leonardo da Bressanone. 

Intorno alla metà del 1400 la chiesetta fu restaurata e modificata nello stile gotico. Questo evento si può desumere dal fatto che all’esterno dell’edificio fu eseguito l’affresco di S. Cristoforo coevo e della stessa mano dell’affresco sulla parete interna sinistra ad opera della scuola del Maestro Leonardo da Bressanone dopo la seconda metà del 1400. 

All’interno lo stile gotico è testimoniato, oltre che dall’affresco sulla parete sinistra, anche dalla forma ad arco acuto dell’arco santo tra transetto e presbiterio. Questo con le sue due monofore laterali e le piccole ed eleganti volte a sesto acuto confermano l’impronta gotica. Inoltre da descrizione dei lavori, fatti all’inizio del 1900 per ricavare dall’altar maggiore la grotta della Madonna di Lourdes con modifica dell’abside, indica proprio che furono demoliti i costoloni caratteristici delle chiese in stile gotico.  

Verso la fine del 1800 nel mondo cattolico europeo si diffuse il culto della “Nostra Signora di Lourdes”. Anche a Castello la devozione mariana era molto sentita, per cui il parroco di allora dedicò la chiesetta alla Madonna. Seguirono importanti lavori di ammodernamento inserendo la grotta di Lourdes con la statua della Madonna e di Bernadette. 
I lavori modificarono in modo importante l’aspetto preesistente: anche la disposizione delle porte fu modificata: chiusa con un muro la porta a nord sovrastata dall’affresco di S. Cristoforo, fu ingrandita la porta ad ovest, che divenne così l’ingresso principale. 

La chiesetta ha forme rinascimentali, vi si accede scendendo due bassi scalini. La navata appare sobria e piuttosto povera con volte a botte, nella prima parte diverse dalle altre volte. Questa prima parte è stata quasi sicuramente aggiunta molto tempo dopo la costruzione della parte centrale.  

La seconda parte della navata ha volte più basse, con ancora evidenti nel soffitto le crociere alle quali erano fissati i costoloni gotici della precedente costruzione. 
A destra, oltre quattro scalini di pietra, vi è una grande porta terminante in alto con un arco a sesto acuto; probabilmente il secondo accesso alla chiesa che in origine aveva due porte d’entrata: la principale da nord e l’altra da sud; invece da ovest la navata era chiusa da un’unica parte. 
Sulla parete di sinistra, di fronte alla porta, si nota il lacerto, sopra menzionato, di un bell’affresco di stile tardo-gotico; vi compaiono le teste di tre santi: San Rocco, San Nicolò, e Santo Stefano. 
Oltre il cancello di ferro battuto, a sinistra compare una grande apertura con arco a tutto sesto. Nella prima metà del ‘600 l’altare di San G. Battista scompare e al suo posto fu ricavata una nuova nicchia dedicata alla Madonna del Rosario. Gli stipiti e l’arco grande di questa apertura furono impreziositi con la riproduzione delle scene contemplate dai quindici misteri del Rosario. 
Il presbiterio, rialzato di uno scalino, termina con l’abside nella quale nel 1908 è stata inserita la grotta di Lourdes con la statua della Madonna Immacolata e quella di Bernadette Soubirous. 
L’abside fu ridipinta con affreschi raffiguranti eventi biblici che prefigurano l’intercessione della Madre di Dio, come la scena di Giuditta che taglia la testa all’invasore Oloferne e la scena di Ester, che supplica il Re Assuero per il popolo ebraico esiliato ed oppresso. 
Sopra la grata divisoria tra navata e presbiterio fu affrescata la sorgente prodigiosa di Lourdes con la scena di un miracolo. 
Ai lati dell’abside si aprono due monofore gotiche. Le volte del soffitto sono a sesto acuto come l’arco santo. Negli spazi tra le volte si notano angeli osannanti. 
La ristrutturazione, terminata nel 1909, ha lasciato allo stato originario solo l’altare con un baldacchino di sobrio stile barocco, nel quale era inserita la tela di San Giorgio, ora collocata nella chiesa nuova. 

Il campanile

Rappresenta l’essenza d’insieme del colle.  
Attorno ad esso si dispongono la Chiesa di S. Giorgio, la Cappella di Lourdes e il cimitero.  
I lavori della sua ricostruzione furono avviati nel 1907 e la cerimonia di inaugurazione seguì il 20 settembre 1907.  

E’ una slanciata costruzione di stile neo-romanico, come neo-romanico era lo stile del campanile precedente, molto più basso e direttamente addossato alla chiesa. 

La sua altezza complessiva misura 46 metri, compreso l’astone sommitale. La maggior parte della manovalanza, dei materiali e del loro trasporto, furono forniti gratuitamente dalla popolazione di Castello. Sopra la porta d’entrata del campanile è stata posta una lapide di marmo bianco con lo stemma del Comune di allora e la scritta “Per aspera/ad astra/Castello/F. MCMVII” che significa “Tra grandi difficoltà e stenti siamo arrivati a toccare le stelle, Castello fece nel 1907”. 

Nel corso dei restauri alla cappella degli anni 2021-2023, sempre sul lato nord, è venuto alla luce un frammento di affresco che rappresenta S. Giorgio coevo dell’affresco che rappresenta S. Cristoforo e dello stesso autore.  

A cura dell’amministrazione comunale, è stata ripristinato – nel 2024 – il percorso dei “capitiei” (capitelli) sotto l’attuale strada che porta al colle, lungo il quale anticamente erano collocate le stazioni della Via Crucis ora ricordate con installazioni in acciaio-corten.


Le informazioni storiche ed artistiche qui riportate sono state curate dal dott. Tarcisio Corradini e pubblicate nel libro “Il Dosso della Chiesa di S. Giorgio a Castello di Fiemme” ed. 2003, ristampato nel 2019, a cui si rimanda per eventuali approfondimenti. 

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