Un ristretto gruppo di case, in prossimità del dosso di S.Giorgio, altura dove un tempo sorgeva un fortilizio di pertinenza dei conti di Appiano, costituisce il nucleo più antico del paese di Castello. Fra questo esiguo numero di costruzioni, si trova anche il complesso edilizio cosiddetto case romane. Tale denominazione deriva dal fatto che in passato l’immobile era costituito da un agglomerato di edifici giustapposti, ora accorpati, soggetti a un particolare tributo sulla proprietà, arimannia, che doveva essere corrisposto ai signori di Enn-Kaldiff.

Alcuni particolari delle strutture murarie farebbero pensare ad un accorpamento, protratto e differito nel tempo, di diverse cellule abitative. Ad un originario nucleo di impianto medievale, corrispondente all’attuale ala ovest, venne infatti successivamente aggiunta una struttura ad “L” a chiusura della piazza. L’immobile, di modesta fattura, venne quindi trasformato in casa rustico-signorile, con facciata principale ingentilita da inserzioni lapidee decorate. Il prospetto rivolto a nord-est presenta un portale di accesso con ritti monolitici che sorreggono un arco a tutto sesto in conci squadrati. La chiave di volta è ornata con uno scudo a rilievo recante la data 1547 ed il monogramma P.G. partito da una freccia verticale, probabilmente le iniziali di un membro della famiglia Girardi, proprietaria della casa, la cui arma è affrescata poco sopra. Superiormente, spostata a sinistra, si apre una finestra crociata, inquadrata in pietra calcarea chiara, in tutto simile a quella che si trova in Casa Del Pero già Cazzani-RIccabona a Cavalese. Accanto compare il dipinto ad affresco, databile al XVI secolo, che raffigura lo stemma gentilizio dei Girardi von Castell. Questa era una famiglia originaria del veronese, trasferitasi poi a Castello nel XVI secolo, cui venne concessa prima la dignità arciducale tirolese, nel 180, nel 1590, nel 1607, seguita da quella baronale nel 1650 con il predicato Wohlgeboren nella persona di Antonio. Alla sommità ancora una finestra con apertura enfatizzata dalla decorazione ad affresco di colore rosso.

La bifora in pietra calcarea chiara, con archetti modanati a tutto sesto su colonna a fusto liscio e capitello a volute stilizzate, sovrastata dal ballatoio ligneo, individua la seconta porzione di casa, mentre nella terza si apre un portone rettangolare seguito da un doppio ordine di finestre rettangolari. Il fronte nord-ovest è compatto, scarpato nella porzione centrale, con aperture di dimensioni diverse non disposte secondo una precisa griglia di riferimento.

Nel retro della casa, in aderenza, vi è il consueto rustico di pertinenza con il sottotetto tamponato in assito, elemento indispensabile di un’economia a vocazione agricolo-pastorale.


Fonte: Provincia Autonoma di Trento Servizio Beni Culturali Beni Architettonici in valle di Fiemme ed. 2003, p. 68. 

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