34. Madonna del Rosario

Di proprietà privata, rientra nella schiera dei capitelli votivi costruiti sicuramente dai contadini proprietari dei terreni circostanti a tutela dei raccolti, ad uso “domestico” quindi, ma anche a conforto dei viandanti, tanto che la nicchia con l’immagine sacra è rivolta verso la strada.

La struttura di base è della fine del XVII secolo, anche se interventi di adeguamento e restauro si sono susseguiti nel corso dell’Ottocento e del Novecento. Fa propendere per tale datazione la presenza dell’inginocchiatoio in porfido immediatamente antistante la nicchia, più caratteristico del XVII-XVIII secolo che non dell’Ottocento, portato ad una compostezza classica scevra da tali elementi.

La struttura è molto semplice, con prospetto a capanna, nicchia protetta da una grata in ferro e decorazioni pittoriche a tempera a finte bugne angolari, databili queste ultime ad interventi novecenteschi, come la copertura lignea fortemente sporgente per coprire l’inginocchiatoio. Questa è ricoperta con scandole in larice a coda di castoro ed è abbellita da mantovane in larice intagliato, presenti sia sul retro dell’edicola, sia sul prospetto principale, ove creano un doppio frontone.

La nicchia al centro, voltata a tutto sesto e chiusa da una grata in ferro, ospita una tavola dipinta ad olio in precario stato di conservazione. Vi è raffigurata la Madonna del Rosario con il Bambino e i Ss.Domenico e Caterina da Siena.


Fonte: Provincia Autonoma di Trento Servizio Beni Culturali Beni Architettonici in valle di Fiemme ed. 2003, p. 74. 

Condividi